Recupero Interessi Bancari – Un altro caso di successo

Un altro caso di successo per ReAsset,

quotidianamente impegnata nella difesa degli utenti bancari,

recuperati € 105.000,00!!!.

Se sei alla ricerca di informazioni su come recuperare gli interessi dalle banche, sei nel posto giusto.

Partendo da un caso reale, in questo articolo, ti fornirò dei validi spunti su come procedere per ottenere il recupero degli interessi bancari che ti spettano.

Andiamo!

 

Indice

Il Caso concreto

Il nostro cliente, un imprenditore edile, ha stipulato un contratto di conto corrente ipotecario con una banca locale nel 2012.

Pur privo di formazione finanziaria, ha sempre sospettato di pagare troppo ed ingiustamente rispetto al fido concesso, così ha deciso di rivolgersi a noi.

Dalla nostra pre analisi  è emerso che la banca, nel corso degli anni, nonostante il contratto stipulato davanti un notaio, aveva percepito somme in eccesso rispetto le pattuizioni ed anche in violazione alla normativa vigente.

L’imprenditore ha quindi deciso di conferirci incarico per la stesura di una analisi approfondita finalizzata a citare la banca in giudizio e richiedere il dovuto risarcimento.

La nostra perizia econometrica ha rilevato le seguenti anomalie poi contestate in giudizio:

  • Applicazione di interessi ultra-legali: la banca ha applicato interessi debitori superiori al tasso massimo legale.
  • Spese e commissioni in assenza di valide pattuizioni economiche: la banca ha addebitato al cliente spese e commissioni non previste dal contratto di conto corrente.
  • Capitalizzazione degli interessi (anatocismo): la banca ha capitalizzato gli interessi debitori, rendendoli oggetto di ulteriori interessi.
  • Applicazione di commissioni di massimo scoperto in assenza di specifica pattuizione.
  • Applicazione di tassi di interesse debitori più alti rispetto a quelli indicati sui contratti.
  • Applicazione di spese di gestione, costi di tenuta dei conti ed altri costi o commissioni dalla variegata denominazione, pattuiti in modo indeterminato o indeterminabile, e comunque ingiustificati.
  • Antergazione e postergazione delle valute: la banca ha anteposto o posticipato le valute, così elevando l’importo degli interessi debitori e delle commissioni di massimo scoperto.
  • Superamento del tasso soglia usura ex L 108/1996, la banca ha applicato interessi più alti rispetto le soglie consentite.
  • Variazione in modo unilaterale e senza darne comunicazione scritta al cliente delle condizioni economiche di tenuta del conto corrente, incorrendo nella violazione dell’art. 118 T.U.B.

Come recuperare gli interessi dalle banche

La prima cosa da fare è raccogliere tutta le informazioni riguardanti il tuo conto bancario, gli interessi, le spese, che ritieni, probabilmente a ragione, di avere pagato illecitamente.

Cerca la documentazione relativa il rapporto, soprattutto estratti conto e i contratti. Queste informazioni saranno fondamentali per avviare il processo di recupero.

Se hai difficoltà a reperire la documentazione o non la trovi più puoi chiedere il nostro aiuto, penseremo noi a richiedere alla banca, nei modi dovuti la documentazione, a noi la consegnano sempre!

Una volta raccolta la documentazione è necessario sottoporre ad uno studio tecnico specializzato come il nostro una analisi preliminare della stessa documentazione proprio al fine di verificare quantificare le anomalie bancarie.

Successivamente contatta direttamente la tua banca per richiedere spiegazioni ed una mediazione.

È un passo tanto obbligatorio quanto inutile, per nostra esperienza la banca neanche risponde alle richieste bonarie di risarcimento.

Se la tua richiesta non venisse adeguatamente presa in considerazione dalla banca, cosa del tutto probabile, sarà necessario agire legalmente contro la banca.

Questo può essere un passaggio impegnativo, ma è l’unica opzione possibile, se le vie di mediazione non hanno dato frutti.

Recuperare gli interessi bancari può essere un processo lungo e complesso, ma con le giuste informazioni una strategia ben definita ed il supporto professionale adeguato, è possibile ottenere la restituzione di ciò che ti spetta.

Cosa Possiamo Contestare Sui Conti Correnti

Quando si tratta di conti correnti bancari, è importante essere consapevoli dei propri diritti e delle possibili questioni che potrebbero sorgere. Ci sono molti motivi per cui potremmo voler contestare alcune pratiche o addebiti sui nostri conti correnti.

I motivi di contestazione più conosciuti sono:

 

  • Tasso usurario: se il tasso di interesse applicato dalla banca supera il tasso soglia usura, stabilito trimestralmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, gli interessi sono considerati usurari e il cliente ha diritto al loro rimborso.
  • Anatocismo, è la pratica di calcolare gli interessi sugli interessi già maturati, pratica tanto vietata quanto diffusa e non solo sui conti correnti.

Questi i motivi più conosciuti dai non addetti ai lavori, ma si possono sollevare altre eccezioni di certo non meno importanti, anche se meno conosciute specie per i non addetti ai lavori, quali:

Applicazione di interessi ultra-legali;

Applicazione di spese e commissioni in assenza di valide pattuizioni economiche o contro normativa.

Applicazione di commissioni di massimo scoperto in assenza di specifica o indeterminata pattuizione;

Applicazione di tassi di interesse debitori più alti rispetto a quelli indicati sui contratti se esistenti;

Applicazione di spese di gestione, costi di tenuta dei conti ed altri costi o commissioni dalla variegata denominazione, pattuiti in modo indeterminato o indeterminabile;

Antergazione e postergazione delle valute;

Variazione in modo unilaterale e senza darne comunicazione scritta al cliente delle condizioni economiche di tenuta del conto corrente, incorrendo nella violazione dell’art. 118 T.U.B.

Conclusione

Tornando al caso concreto del nostro cliente.

Non è stata una causa semplice la banca ha resistito finché ha potuto.

In un primo momento il giudice istruttore disegnato, non aveva nominato il CTU ed il procedimento era andato a sentenza.

Grazie alla caparbia e grande professionalità dei nostri legali, il giudice ha deciso, res melius perpensa, di rimettere sul ruolo la causa e nominare un consulente tecnico di ufficio, scegliendo, fortunatamente, uno dei migliori si piazza.

Il consulente del giudice ha accolto la nostra impostazione della perizia, ed i suoi calcoli si discostavano pochissimo dai nostri.

Depositata la consulenza tecnica la banca ha avuto il buon gusto e l’intelligenza di non arrivare a sentenza offrendo di pagare per intero quanto calcolato dal CTU ed anche le spese legali.

Così il cliente ha incassato € 105.000,00 senza aspettare le possibili lungaggini di una sentenza.

 

Da oltre dieci anni, ReAsset analizza i rapporti bancari di ogni natura per individuare anomalie e far valere i tuoi diritti, ottenere rimborsi o riduzione e dilazione del debito.

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Opposizione All'Esecuzione

Anatocismo Sentenze

Anatocismo sentenze – un’altro caso di successo per ReAsset ed un nostro assistito.

Il Tribunale di Milano ha condannato la banca al risarcimento € 133.674,22 per il solo effetto anatocistico su due conti correnti.

Anatocismo Fido Di Cassa – Anticipo Fatture

Un conto corrente con fido di cassa per € 50.000,00, ed altro, per anticipo fatture, affidato per € 100.000,00.

Questi erano gli affidamenti concessi al nostro cliente,  su tali rapporti è maturato il credito di cuoi sopra.

Se anche tu sei un imprenditore probabilmente hai fidi analoghi, seppur più grandi o più piccoli, e probabilmente hai la sensazione che ti stiano drenando risorse…

Probabilmente è così!

Stai cercando un modo per recuperare il dovuto o per contrastare la banca? Sei nel posto giusto.

Indice

Il Divieto Di Anatocismo

L’anatocismo è una pratica  illecita che consiste nell’applicare interessi sugli interessi già maturati, aumentando in modo esponenziale il debito del cliente, è applicato sui conti correnti bancari affidati, ma non solo.

La capitalizzazione degli interessi è una prassi comune anche per i mutui, i finanziamenti ed i leasing.

Nonostante le varie riforme legislative, l’anatocismo ovvero la capitalizzazione degli interessi, è una tecnica tutt’altro che dismessa dalle banche italiane.

Numerose sentenze hanno condannato le banche per aver applicato tale pratica ai propri clienti, riconoscendo loro il diritto ad un rimborso.

In questo caso, ReAsset, ha assistito un proprio cliente nella richiesta di rimborso per l’effetto anatocismo subito.

Grazie alla conoscenza e all’esperienza dei nostri professionisti, siamo riusciti ad ottenere un rimborso di € 133.674,22 per il nostro assistito.

È importante ricordare che l’anatocismo non solo è illegale, ma anche eticamente scorretto. Le banche hanno l’obbligo di fornire ai propri clienti informazioni chiare e trasparenti sui costi e gli interessi applicati sui propri prodotti finanziari.

Per questo motivo, se si sospetta di essere stati vittime di anatocismo o altre pratiche scorrette da parte delle banche, è bene rivolgersi ad esperti del settore per tutelare i propri diritti e ottenere un giusto risarcimento.

ReAsset mette a disposizione la propria competenza e professionalità per assistere chiunque voglia fare valere i propri diritti in materia di contenzioso bancario.

Sentenze Anatocismo – Il Caso Concreto

Il nostro cliente, azienda fondata negli anni 30 dal nonno dell’attuale dominus, ha intrattenuto, come detto, due rapporti di conto corrente, con una delle maggiori banche italiane.

Due conti correnti affidati, il primo per elasticità di cassa ed il secondo per anticipo fatture salvo buon fine.

Una situazione comune a molti imprenditori, piccoli o grandi che siano.

Cosa avviene nella prassi:

a fine trimestre vengono conteggiate le competenze dei conti correnti, ordinario ed anticipi, queste ultime vengono poi addebitate sul conto corrente ordinario.

Quindi gli interessi maturati in un determinato trimestre diventano essi stessi ulteriore debito su cui la banca applicherà altri interessi con un meccanismo esponenziale di moltiplicazione del debito.

È la prassi! Ogni imprenditore lo sa, ma questa prassi è illecita e va contestata alla banca nei modi adeguati.

Un Esempio Di Anatocismo

Al nostro cliente, nel terzo trimestre 2012 sono stata addebitate le seguenti competenze:

Saldo Finale pre-competenze

€ – 45.127,00

Competenze c/c Ordinario

€ – 1.212,00

Competenze c/c Anticipi

€ – 2.217,00

Commissione fido accordato ordinario

€ – 125,00

Commissione fido accordato anticipo fatture

€ – 250,00

Saldo Finale

€ – 48.931,00

Differenza 

€ – 2.592,00

La differenza finale segnata in tabella rappresenta è data dagli interessi maturati sul conto anticipi e dalle commissioni per il fido, entrambe voci che non dovrebbero e non potrebbero essere sommate al debito del fido ordinario.

Questo è un esempio, non l’unico possibile, di anatocismo o capitalizzazione illecita degli interessi.

Nella norma questo avviene quattro volte l’anno, ovvero alla fine di ogni trimestre, provate ad immaginare l’effetto in dieci/venti/trenta anni di rapporto.

Senza voler entrare in tecnicismi è possibile affermare semplicemente che la normativa vigente, con assoluta chiarezza, vieta l’applicazione dell’anatocismo, ovvero la capitalizzazione degli interessi, in assenza di reciprocità ex Delibera CICR del 9 febbraio 2000 ,in assenza di reciprocità.

La capitalizzazione trimestrale degli interessi è quindi possibile solo se il contratto di fido, qualora esistente, prevede pari periodicità di calcolo degli interessi, attivi e passivi.

Orbene, è pacifico che un conto anticipo non può, per sua natura, generare interessi attivi, così come le commissioni per la remunerazione del fido.

La banca non poteva e non può applicare sul debito del conto ordinario gli interessi del conto anticipi e le commissioni.

Lo ha fatto, nel caso di specie, indisturbata per anni, fino a quando il cliente non si è affidato ai nostri tecnici ed abbiamo fatto ricorso in tribunale per ottenere il ristorno di quanto mal tolto.

Anatocismo Bancario – Breve Cenno Normativa

L’anatocismo bancario è una pratica che consiste nel calcolare gli interessi sugli interessi maturati sui prestiti o sui conti correnti. Questa pratica, sebbene sia stata a lungo utilizzata dalle banche italiane, è stata oggetto di numerose controversie.

Il legislatore è intervenuto per disciplinare la capitalizzazione degli interessi solo dopo le note sentenze di Cassazione del 1999, attraverso il d.lgs. n. 342/99 che ha rinnovato l’art. 120 del T.U.B.

Il (C.I.C.R.) Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio, ha ricevuto incarico di formulare i criteri di calcolo e applicazione degli interessi sui rapporti bancari.

Con la Delibera del 9 febbraio 2000 , il CICR ha rimesso, nei fatti, alle parte contrattuali la possibilità di applicare la capitalizzazione degli interessi, imponendo, come conditio sine qua non, la pari periodicità tra interessi attivi e passivi.

L’art. 2 della Delibera C.I.C.R. dispone:

“2. Nell’ambito di ogni singolo conto corrente deve essere stabilita la stessa periodicità nel conteggio degli interessi creditori e debitori.”

Le banche si sono formalmente adeguate alla normativa, formalmente ma non effettivamente.

Il fenomeno, che io definisco “anatocismo occulto”, è molto diffuso, vedi il caso dell’addebito delle competenze dei conti anticipi su quelli ordinari.

Da evidenziare poi che i contratti di conto corrente prevedono tassi creditori con percentuali risibili, precedute sempre dallo zero (0,10 nella norma). Contro tassi debitori sempre ben più elevati.

Anche questo può essere motivo di contestazioni perché è assente, di fatto, il principio di reciprocità dato dalla normativa.

Anatocismo E Usura Bancaria

Sono le due principali anomalie applicate dal sistema bancario italiano, non le sole per essere precise, sicuramente le più conosciute.

L’anatocismo bancario, come detto, consiste nella capitalizzazione degli interessi, l’usura è data dalla richiesta o applicazione di interessi in misura maggiore delle soglie consentite che variano di trimestre in trimestre.

Per quanto le due anomalie possano sembrare differenti, spesso si trovano unite perché l’anatocismo, specie in forma occulta, può generare l’applicazione di interessi nei fatti usurari.

Tale fenomeno è dato dall’effetto moltiplicativo degli interessi anatocistici, compito di un bravo tecnico è rilevare ed evidenziare il fenomeno e renderlo evidente anche all’occhio del giurista.

Spero ti siano tornate le brevi informazioni contenute in questo articolo su “sentenze anatocismo” , vediamo adesso

Come Difendersi – Perizia Econometrica  

Il modo migliore per recuperare le somme percepite dalla banca in modo illecito è citare la banca in Giudizio.

Non serve a nulla, nel caso di usura conto corrente o anatocismo, ma veramente a nulla, trattare con il direttore o rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario.

Per citare la banca in giudizio, o opporsi alle azioni in corso è bene munirsi di una perizia econometrica da noi redatta, che metta nero su bianco le anomalie rilevate, la metodologia di calcolo e la quantificazione del maltolto.

Il dato tecnico/numerico contenuto in perizia è necessario al tuo legale, o uno di nostra fiducia se preferisci. I dati, infatti, devono essere riportati nell’atto di citazione, in assenza la domanda può essere considerata dal Giudice generica, esplorativa, e non essere accolta.

Da oltre dieci anni, ReAsset analizza i rapporti bancari di ogni natura per individuare anomalie e far valere i tuoi diritti, ottenere rimborsi o riduzione e dilazione del debito.

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Anatocismo Sentenze

Banca Ifis decreto ingiuntivo – sentenza nullità

Siamo lieti di raccontarvi un altro caso di successo per ReAsset ed un nostro assistito.
ReAsset è una società specializzata nella consulenza tecnica nel contenzioso bancario.

Offriamo assistenza ai cittadini, aziende, ed ai loro legali per la tutela dei loro diritti.

Indice:

Un Caso Di Successo

Breve Storia Dei Fatti – Opposizione Decreto Ingiuntivo Banca Ifis

Cosa succede se si riceve un decreto ingiuntivo?

Come difendersi da Ifis NPL Spa?

Cosa pignora Banca IFIS?

Conclusioni

 

 

Un Caso Di Successo

Il nostro cliente ha ricevuto un decreto ingiuntivo da parte di Banca Ifis per un debito di circa 32.000 euro, abbiamo quindi analizzato la documentazione prodotta della banca e redatto una perizia econometria nella quale si evidenziavano tutte le irregolarità.

Il legale di fiducia ha depositato opposizione a decreto ingiuntivo Banca Ifis entro i termini consentiti. 

Dopo poco più di due anni abbiamo ottenuto la sentenza a noi favorevole, con la dichiarazione nullità totale del decreto ingiuntivo emesso da Banca Ifis.

Ciò significa che il nostro assistito non dovrà più pagare nulla alla Banca che è stata condannata anche alle spese di giudizio.

Contrariamente a quanto si pensa, i colossi come Banca Ifis hanno spesso i piedi di argilla, i loro atti giudiziari, formulati in serie, contengono spesso errori e le somme richieste sistematicamente gonfiate ad arte.


Questa sentenza conferma ancora una volta che ReAsset è in grado di tutelare i diritti dei suoi assistiti nella maniera più efficace possibile.

Orgogliosi di poter contribuire alla soluzione dei problemi in tema di debito bancario/finanziario, come nel caso del nostro cliente e del decreto ingiuntivo emesso da Banca Ifis.

Il nostro cliente si è visto riconoscere il diritto alla nullità del decreto ingiuntivo notificato da Banca Ifis ed ha così evitato il pagamento delle somme richiese.


In ReAsset crediamo che l’accessibilità ad un sistema giudiziale equilibrato sia fondamentale per la tutela della legalità e siamo sempre pronti a difendere i diritti della società civile in ogni contesto giuridico.

Se anche a te o un tuo assistito, è stato notificato un decreto ingiuntivo, immagino il tuo stato di preoccupazione, ma non ti scoraggiare!

Esistono vari rimedi, perfettamente legali, per opporsi ed ottenere l’annullamento.

Breve Storia Dei Fatti – Opposizione Decreto Ingiuntivo Banca Ifis

Al nostro cliente è stato notificato un decreto ingiuntivo Banca Ifis per debiti lasciati in eredità dalla madre scomparsa, la quale gestiva una piccola attività commerciale.

Lui dipendente pubblico non aveva di certo la disponibilità economica per saldare la richiesta della Banca e correva il pericolo concreto di perdere la casa lasciata in eredità dalla madre.

Nella maggioranza dei casi, purtroppo, i clienti preferiscono non fare nulla, forse perchè pietrificati dalla paura e lasciano passare i 40 giorni utili per opporsi, facendo diventare così il decreto ingiuntivo definitivo.

Il nostro cliente, fortunatamente, è venuto tempestivamente da noi portando la tutta documentazione, l’opposizione tempestiva e dettagliata ha dato i frutti desiderati, a cui il cliente non credeva si potesse arrivare.

Nel corso del Giudizio il cliente ci ha chiesto più volte se fosse il caso di proporre una cifra a saldo e stralcio, cosa che in determinati casi può rappresentare l’unica via di salvezza, ma non era questo il caso, la documentazione giocava a nostro favore!

Il cliente ci ha seguito ed è stato un successo!

Cosa succede se si riceve un decreto ingiuntivo?


Se si riceve un decreto ingiuntivo, significa che il creditore, ha intrapreso un’azione legale nei confronti del debitore per ottenere il pagamento di un debito.

Il decreto ingiuntivo è un documento ufficiale che contiene un ordine del tribunale al debitore al fine di pagare l’importo dovuto o intraprendere determinate azioni.

Normalmente, ma non sempre, vengono concessi 40 giorni per opporsi decorsi i quali l’ingiunzione diventerà esecutiva pertanto il creditore potrà aggredire il patrimonio di chi ha sottoscritto il contratto e gli eventuali fideiussori.

È necessario agire subito, come il nostro cliente, fare visionare la documentazione a personale tecnico specializzato in contenzioso bancario.

Mi permetto di ribadire l’invito anche qualora chi stia leggendo l’articolo sia un avvocato.

La consulenza tecnica qualificata in seno al giudizio evidenzia e quantifica le anomalie che all’occhio giuridico sfuggono.

Quali sono motivi di opposizione a decreto ingiuntivo banca?

In questo tipo di cause l’aspetto giuridico e l’aspetto tecnico vanno a braccetto, non è opportuno concentrare l’opposizione su solo uno degli aspetti.

Diciamo sinteticamente che gli aspetti fondamentali su cui porre attenzione sono:

Presenza dei contratti di cessione del credito.

Parte maggioritaria della giurisprudenza è orientata a richiedere la prova della cessione del credito specifica e non massiva. La Banca non potrà produrre unicamente il contratto di acquisto in blocco, ma dovrà dare prova di aver acquistato quel singolo contratto.

La completezza e la validità della documentazione prodotta

Sempre per giurisprudenza maggioritaria non è sufficiente la produzione del solo estratto conto ex art. 50 TUB, ovvero la certificazione redatta da un dirigente della banca, occorre che la banca provi le sue richieste.

Molta attenzione deve essere riposta nella completezza e nella validità dei contratti prodotti, molto spesso, più di quanto si immagini, questo aspetto rappresenta il nostro maggior punto di forza.

Usura, Anatocismo, Interessi ultra legali.

Le banche italiane continuano imperterrite ad applicare macro anomalie come Usura, Anatocismo, Interessi ultra legali.

Il nostro lavoro consiste anche nel rilevare e quantificare tali criticità che possono portare, in alcuni casi, anche alla maturazione di un credito per il correntista.

Attenzione!!! anche in presenza di anomalie di cui sopra la banca otterrà il decreto ingiuntivo, necessario, per fare valere i propri diritti, opporsi nei termini stabiliti in giudizio per ottenere la nullità.


Come difendersi da Ifis NPL Spa?

Se Ifis NPL Spa ha emesso un decreto ingiuntivo nei tuoi confronti, è possibile reagire e difendersi.

Fondamentale è agire con velocità contattando immediatamente specialisti della materia,

A meno che non si disponga dell’intera somma richiesta, tentare in autonomia una transazione è molto pericoloso.

La banca potrebbe fare perdere tempo per far scadere i 40 giorni utili all’opposizione per poi chiudere la trattativa.

L’azione legale più appropriata è quella di presentare un’opposizione al decreto entro il termine massimo di 40 giorni, necessario allegare una relazione tecnica o perizia econometrica per dare supporto probatorio all’azione legale.

Un avvocato può aiutarvi a preparare e presentare l’opposizione correttamente.

Ricorda che se non paghi o non ti opponi sl decreto ingiuntivo, la banca può presentare una richiesta al tribunale per ottenere un pignoramento della proprietà o dello stipendio.

Cosa pignora Banca Ifis?

La Banca IFIS, come qualsiasi altro creditore, può pignorare una vasta gamma di beni per soddisfare un decreto ingiuntivo. Questi includono conti bancari, immobili, auto, obbligazioni, titoli azionari e titoli di stato.

Può anche pignorare diritti di proprietà intellettuale, come ad esempio marchi e brevetti. La Banca può anche eseguire un pignoramento su dettagli di conto corrente come bonifici, assegni e prelievi.

Inoltre, la legge consente alla banca di effettuare un pignoramento su pagamenti pensionistici o assegni familiari. Se la banca è autorizzata a farlo, può anche cedere i crediti vantati nei confronti del debitore al fine di recuperare i soldi dovuti.

Conclusioni

Sia dal punto di vista tecnico finanziario ma anche giuridico, è possibile rilevare ed evidenziare tutte quelle “anomalie” che possono portare alla nullità di un decreto ingiuntivo, come nel caso su descritto.

In centinaia di casi affrontati con successo in giudizio, mai, e dico mai, il debito era quello richiesto dalla banca, quindi anche qualora non si dovesse ottenere la nullità è possibile realizzare una forte riduzione delle somme richieste.

Necessario, come detto, affidarsi a professionisti del settore in grado con competenza sia in ambito di analisi ma anche di negoziazione.

ReAssetda oltre dieci anni, analizziamo i rapporti bancari per individuare anomalie, far valere i tuoi diritti ovvero farti ottenere rimborsi e risarcimenti o riduzione e dilazione del debito.

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